venerdì 28 febbraio 2020

Bombe sulla Superba: 3a

TEMA: S
Curiosità sul ordigno inesploso nel Duomo di San Lorenzo

Il giorno successivo al terroristico bombardamento, per evidenti ragioni di sicurezza, la bomba
fu disinnescata e rimossa con una gru costruita ad hoc.
Gli artificieri la fecero esplodere in mare.
Successivamente fu riprodotta dalla Acciaierie Ansaldo e la copia fu posta a ricordo.

1942

Legata sempre ai bombardamenti è la tragedia che si verificò nella galleria delle Grazie presso
Porta Soprana dove, la notte fra il 23 e il 24 ottobre 1942, 354 genovesi morirono calpestati dalla
ressa di persone che, terrorizzate, cercavano di entrare nel rifugio.
Bombardieri inglesi

Planimetria Galleria delle Grazie rispetto alle Stazioni










1943
L’anno seguente l’8 agosto 1943 è il teatro Carlo Felice ad essere distrutto.
L’edificio venne colpito due volte rimanendo parzialmente distrutto: erano distrutti i solai e le
parti in carpenteria del teatro (palchi, soffittature, e così via); erano invece rimasti i muri
perimetrali ed in particolare il pronao.
Il rifacimento e ampliamento dello storico teatro si concluse solo nel 1991.
Nello stesso ‘43 vennero distrutte anche le chiese di S. Stefano, Consolazione e S. Siro.
Ben 169 le tonnellate sganciate su Genova, 100 morti e circa 13000 senza dimora.
In quel nefasto autunno la città subì altri 6 bombardamenti causa di 1250 case abbattute.
Interno del Teatro Carlo Felice distrutto

Interno del Teatro ricostruito
1944
In quell’anno Genova venne oltraggiata da 51 devastanti blitz culminati con il crollo, il 10 ottobre
del ’44, della galleria di S. Benigno,causato da un fulmine che fece brillare delle cariche esplosive
le quali, a loro volta, innescarono lo scoppio di un treno carico di munizioni, ricoverato nella
galleria.
Sotto i detriti del promontorio perirono 2000 persone.

1945
A gennaio i bombardamenti furono undici, a febbraio quattro e in marzo tre. Se ne contarono
ancora sette anche in aprile quando, finalmente, Genova insorse restituendo la libertà ai suoi
cittadini.
La guarnigione tedesca si arrese tra la notte del 23 e la serata del 26 aprile.
Le prime truppe alleate giunsero in città la mattina del 27.

Previsioni evoluzione Clima

TEMA: H
https://www.ambientebio.it/ambiente/previsioni-meteo-terrificanti-per-i-prossimi-5-anni-temperature-antartide-come-san-francisco/#.XljAJAHSysc.mailto
TEMA: S
Brividi di humour nordico:

giovedì 27 febbraio 2020

Bombe sulla Superba: 2a - Danni del bombardamento navale

TEMA: S
I danni delle bombe inglesi












Edificio del quartiere di Piazza Colombo sventrato dal bombardamento navale britannico.

Gli obiettivi iniziali del bombardamento furono i cantieri Ansaldo e le fabbriche che si trovavano
sui due lati del torrente Polcevera, ma numerosi incendi e relativo fumo costrinsero gli inglesi a
spostare il tiro sul bacino commerciale; altri colpi raggiunsero poi la centrale elettrica e i bacini di
carenaggio ed infine fu colpita la nave cisterna Sant'Andrea che stava entrando in porto.
Furono colpiti anche moltissimi edifici civili e storici come la cattedrale di San Lorenzo - nella
quale un proiettile da 381 mm, dopo aver perforato due muri maestri, andò ad adagiarsi inesploso
sul pavimento - la chiesa della Maddalena, l'Accademia ligustica, l'ospedale Duchessa di
Galliera - dove trovarono la morte 17 ricoverate - alcuni palazzi all'inizio di via XX Settembre e
l'Archivio di Stato.












Lapide al interno dell’Ospedale Duchessa Galliera di Genova
Una delle zone maggiormente colpite fu quella di piazza Colombo che poco dopo mutò il suo
nome in "piazza 9 febbraio" per poi riprendere a guerra finita la vecchia denominazione.
Molti proiettili inglesi caddero in acqua (circa il 50%), dei 55 piroscafi che erano nel porto ne
furono danneggiati da schegge 29, mentre ricevettero colpi diretti il piroscafo Salpi (due di cui
uno da 381 mm) e il piroscafo Garibaldi, che si trovava in bacino di carenaggio che invece riportò
tre squarci nella parte prodiera della carena per effetto di un colpo esploso all'interno del bacino; il
danno maggiore lo ebbe la nave scuola Garaventa che affondò; mentre le due navi militari in quel
momento in porto per riparazioni, la Caio Duilio e il cacciatorpediniere Bersagliere, non furono
colpite. Danni non gravi li subirono gli impianti industriali, ma riportarono danni maggiori i
fabbricati civili,
I danni materiali e sociali furono enormi; il comune dovette provvedere ad alloggiare presso
alberghi e pensioni circa 2.500 senzatetto, erogando vitto ed alloggio per 2.781.218 lire, aiuti in
denaro per 955.289 lire, vestiti, scarpe, indumenti vari per 692.044 lire, articoli da cucina e

masserizie per 315.374 lire, affitti per 77.765; mentre dalla "Cassetta del Podestà" vennero
raccolte 1.472.649 lire a cui si aggiunse un milione di lire di contributo disposto da Mussolini.
Decine di abitazioni del centro storico furono vittima di crolli anche posteriori al bombardamento.








La principessa Maria Josè in divisa da crocerossina in visita ai quartieri di Genova colpiti da bombardamenti navali del febbraio 1941.
Sebbene i risultati militari furono scarsi, il bombardamento influì in maniera rilevante sul morale
della popolazione genovese, ma non solo. Fu dal punto di vista politico che l'operazione Grog
ebbe il maggior successo ottenendo quello che probabilmente era il suo scopo principale: fare
pressione al generalissimo Francisco Franco, che si sarebbe dovuto incontrare con Mussolini a
Bordighera tre giorni dopo, sulla inopportuna scelta di mettersi contro la Gran Bretagna.
In seguito al rifiuto del dittatore spagnolo di schierarsi a fianco dell'Asse, dovette essere sospesa

la progettata operazione Felix con la quale i tedeschi volevano occupare Gibilterra.
Sette giorni dopo nella chiesa di San Siro venne officiata una messa in suffragio delle vittime,
dove erano presenti tutte le maggiori autorità cittadine ed un'enorme folla che impegnò non poco i
responsabili dell'ordine pubblico. Il 18 febbraio con un treno speciale proveniente da Firenze
arrivò a Genova la Principessa Maria Josè in divisa da crocerossina.
Dopo una breve sosta a Palazzo Reale si recò a visitare i feriti presso gli ospedali cittadini e le
zone maggiormente colpite, ma si racconta che nel corso della sua visita la principessa di
Piemonte trovò soprattutto visi chiusi e ostili tra gli ospedali e nelle strade, segno che la
popolazione genovese iniziava a provare risentimento verso la guerra nonostante le ondate
propagandistiche di giornali e radio che si riversò sulla città nei giorni a seguire.
A ricordo di quel 9 febbraio che vide la "Dominante" alla completa mercé della marina britannica,
il proiettile da 381 mm rimasto inesploso nella cattedrale di San Lorenzo venne collocato nella
navata destra, vicino all'ingresso, con la seguente iscrizione:


«Questa bomba
lanciata dalla flotta inglese
pur sfondando le pareti
di questa insigne cattedrale,
qui cadeva inesplosa
il 9 febbraio 1941.
A riconoscenza perenne
Genova - città di Maria -
volle incisa in pietra
la memoria di tanta grazia.»

mercoledì 26 febbraio 2020

Bombe sulla Superba 1940-1945 2a

TEMA: S
1941
L’impresa francese del giugno 1940 fu ripetuta con mezzi molto maggiori il 9 febbraio 1941 dalla
Royal Navy.
Una squadra britannica (due navi da battaglia, una portaerei, un incrociatore e dieci
cacciatorpediniere), proveniente da Gibilterra al comando dell’ammiraglio James Somerville.
Le navi inglesi attuarono “l’operazione Grog” entrando, di sorpresa, senza incontrare alcuna
resistenza nel golfo di Genova seminando morte e distruzione. Dalle 8:15, così raccontano le
cronache del tempo, fino alle 9:45 i britannici scaricarono sulla Superba 273 proiettili di grosso e
782 di piccolo calibro. Circa 300 tonnellate di bombe provocarono 144 morti, 272 feriti e 2500
senzatetto, oltre 250 gli edifici distrutti.
L’attacco era legato al fatto che il servizio segreto britannico era venuto a conoscenza che
il 12 febbraio ci sarebbe stato a Bordighera un incontro fra Benito Mussolini e Francisco
Franco, in cui il Duce avrebbe tentato di convincere Franco a entrare in guerra a fianco
dell'Asse.
Se la Spagna fosse entrata in guerra, Gibilterra sarebbe caduta e tutto il Mediterraneo
sarebbe stato sotto il dominio dell'Asse.
Per impedire a tutti i costi che il governo spagnolo facesse un tale passo occorreva
dimostrare la debolezza dell'Italia, incapace persino di proteggere le proprie coste.
Quindi, su ordine diretto dello stesso Churchill, nel pomeriggio del 6 febbraio da Gibilterra
fu fatta salpare Forza H verso le coste liguri.
Il bombardamento di Genova, progettato come operazione militare, divenne perciò una
questione politica e per questo motivo doveva avvenire prima del 12 febbraio.
Inoltre, voci raccolte dal servizio segreto inglese prospettavano un'ipotesi (rivelatasi poi
falsa) di uno sbarco italiano nelle isole Baleari, che avrebbe comunque messo Gibilterra
alla portata dei bombardieri a medio raggio italiani.








La portaerei Ark Royal fotografata dalla HMS Malaya mentre si dirige verso Genova l'8 febbraio 1941.

Nel primo mattino del 9 febbraio sui cieli della città vennero avvistati alcuni aerei ricognitori; fino
a quel momento Genova aveva subito tre incursioni aeree e una navale ed era stata posta in stato
di allerta quarantasei volte e una ventina di volte in stato di preallarme. Quindi la presenza di aerei
britannici atti ad azioni di ricognizione non era una novità per la popolazione, ma questa volta gli
aerei non avrebbero scattato fotografie, bensì indirizzato il tiro delle artiglierie navali.
Alle 07:35 Genova venne posta in allarme, mentre tre aerei della Ark Royal si portavano sulla città
per guidare il tiro dei grossi calibri.
Nel primo mattino del 9 febbraio sui cieli della città vennero avvistati alcuni aerei ricognitori; fino
a quel momento Genova aveva subito tre incursioni aeree e una navale ed era stata posta in stato
di allerta quarantasei volte e una ventina di volte in stato di preallarme. Quindi la presenza di aerei
britannici atti ad azioni di ricognizione non era una novità per la popolazione, ma questa volta gli
aerei non avrebbero scattato fotografie, bensì indirizzato il tiro delle artiglierie navali.
Alle 07:35 Genova venne posta in allarme, mentre tre aerei della Ark Royal si portavano sulla città
per guidare il tiro dei grossi calibri.
Alle ore 08:14 del 9 febbraio 1941 l'ammiraglio Somerville diede l'ordine di aprire il fuoco.
Le navi britanniche del 1o gruppo della Forza H aprirono il fuoco da circa 19 km di distanza dalla
città di Genova, .
Da terra, risposero al fuoco senza alcun risultato di rilievo a causa della nebbia, L'attacco terminò
dopo appena mezz'ora, e la risposta delle difese costiere fu inefficace, con la portata dei loro
calibri costieri insufficiente contro la potente gittata dei calibri delle navi britanniche.

Bombe sulla Superba 1940-45 1a

TEMA: S
Bombe sulla Superba     di SteGat









1940
Il primo bombardamento subito dalla Nostra città avvenne il giorno dopo la tragica dichiarazione
di guerra di Benito Mussolini il 10 giugno 1940.







La notte fra l’11 e il 12 giugno, una mezza dozzina di bimotori inglesi Whitley lascia cadere su
Genova circa 5 tonnellate di bombe, provocando poche decine di morti e feriti e danni
trascurabili.
La sera successiva, 13 giugno fu la volta dei Francesi:
otto bimotori francesi Lioré et Olivier LeO 451 attaccarono con poco successo i depositi di nafta
di Vado Ligure.
La sera stessa partirono da Tolone le navi della 3a Squadra navale francese comandate dal
La sera stessa partirono da Tolone le navi della 3a Squadra navale francese comandate dal
Ammiraglio Émile Duplat, erano dirette verso gli stabilimenti industriali di Genova e Savona.
Un primo gruppo attacca, mentre un secondo inizia la sua azione contro il tratto di costa fra
Arenzano e Genova Sestri Ponente.
Qui la reazione italiana è più efficace, la Batteria Mameli spara 54 colpi con le sue artiglieria da
152, colpendo il cacciatorpediniere Albatros nel locale caldaie di poppa e causando 12 morti.
Aprono il fuoco anche i due pontoni armati ormeggiati in porto.
Il primo, ormeggiato a Sampierdarena, spara due colpi con la sua torre binata da 381/40, mentre il
secondo spara un solo colpo da 190 mm.
L'unica imbarcazione della Regia Marina a prendere parte alla difesa della città è la vecchia
torpediniera Calatafimi, che stava scortando nella zona una posamine, comandata dal tenente di
vascello Giuseppe Brignole, la quale si avvicina alla squadra francese protetta dalla foschia e
lancia alcuni siluri poco prima che le navi nemiche si ritirassero, senza peraltro colpire alcun
obiettivo.
A Savona i morti furono 6 e i feriti 22. Morti e feriti si ebbero, ma in numero minore, anche a
Vado-Zinola, mentre per la città i danni materiali furono contenuti.
Ancor più limitate furono le perdite fra i civili e fra le strutture a Genova, ma l'azione francese
ebbe un'importante ripercussione sul morale degli abitanti e soprattutto sui vertici militari italiani.
Di fronte al coraggio dei MAS e della Calatafimi, le difese liguri si dimostrarono inefficaci. Le
batterie dimostrarono la limitatezza dei loro calibri contro un bombardamento navale e fu
evidenziata la pessima reattività dell'apparato militare a provvedere nella difesa delle città.
La flotta francese riuscì infatti ad avvicinarsi indisturbata ed a allontanarsi altrettanto indisturbata,
grazie alla mancanza di ogni attività di ricognizione e alla scarsa reattività da parte della Regia
Aeronautica e della Regia Marina, che non riuscirono ad intercettare successivamente la flotta.

martedì 25 febbraio 2020

VARIAZIONE CLIMA - Testo divulgativo 5 - Azioni possibili

TEMA:H  🌞🌞🌍
Dieci azioni "responsabili" per salvare il pianeta: cosa puoi fare tu
Ecco dieci azioni che ciascuno di noi può mettere in atto per aiutare il pianeta,
seguendo i suggerimenti elencati nell'enciclica
Laudato si' "sulla cura della casa comune", che papa Francesco firmò il 24 maggio 2015.
1) Differenziata
Fare la raccolta differenziata è un comportamento virtuoso, a livello individuale e collettivo, e
anche economicamente rilevante. Differenziare umido, carta e cartone, plastica, alluminio, vetro,
metalli ferrosi, significa prima di tutto diminuire l'estrazione delle corrispondenti materie prime e
dei processi produttivi collegati
2) Animali
Gli allevamenti intensivi, fabbriche di carne dove gli animali sono tenuti in condizioni innaturali,
sottoposti a privazioni e sofferenze, sono tra le attività che più contribuiscono al degrado del
pianeta. Secondo la Fao l'impatto di queste strutture è insostenibile: sono responsabili del 14,5%
della produzione globale di gas serra (Ghg).
3) Condizionatori
Un piccolo impianto produce il 40% delle emissioni domestiche di CO2 di un single.Anche
considerando i modelli a basso consumo (a pompa di calore, con inverter) l'energia necessaria per
abbassare la temperatura di un grado è fino a 4 volte superiore a quella che serve per alzarla di un
grado. Non a caso da diversi anni i picchi di consumo energetico si toccano in estate, non più in
inverno. Il clima più caldo ci spinge a usare di più i condizionatori, i quali però fanno salire i
livelli di CO2 e oltretutto emettono calore all'esterno. Un circolo vizioso.
4) Luci
Utilizzare solo la luce di cui abbiamo bisogno, e non sprecarla, significa infatti dover produrre
meno energia, impiegare meno risorse energetiche e, siccome il mix energetico mondiale vede
ancora una larga prevalenza delle fonti fossili, produrre meno emissioni di CO2. Non si tratta solo
di spegnere lampade e lampadari quando si esce, ma di prendere quei piccoli accorgimenti che
possono fare grandi differenze: l'utilizzo di lampadine a Led, che abbattono fino al 90% il
consumo di energia; o le ciabatte con interruttore, che possono spegnere contemporaneamente
molti dispositivi che utilizzano corrente elettrica (televisore, impianto stereo, computer).
5) Acqua
Negli ultimi decenni i consumi mondiali di acqua sono aumentati di quasi dieci volte: il 70% è
impiegata per l'uso agricolo, il 20% per l'industria, il 10% per usi domestici. Nei Paesi occidentali
una persona utilizza 162 litri al giorno, di cui 80 per l'igiene personale e 24 per la nutrizione,
quando secondo diversi studi ne basterebbero 50. Nell'utilizzo di lavatrici e lavastoviglie
basterebbe prediligere il ciclo ecologico o quello breve, ma sempre a pieno carico, oltre a
comprare modelli che necessitano di meno acqua: per le lavabiancheria si possono risparmiare
anche 100 litri. Quando si lava l'auto meglio usare un secchio pieno invece di acqua corrente:
risparmieremo circa 130 litri di acqua potabile ogni volta. Per lavare frutta e verdure si può
riempire una ciotola con dell'acqua e un po' di bicarbonato. Mentre fare la doccia invece del bagno
significa un altro risparmio di 50 litri a volta.
6) Carta
Risparmiare sulla carta è un piccolo gesto che può produrre enormi benefici.Per ottenere una
tonnellata di carta nuova servono infatti 15 alberi, 440mila litri d'acqua e 7.600 Kwh di energia
elettrica.
La produzione di carta riciclata invece, oltre a risparmiare la vita agli alberi, richiede il 60% in
meno di energia e l'80% in meno d'acqua rispetto alla carta vergine, e genera il 95% in meno di
inquinamento atmosferico.
7) Plastica
Dal 1950 a oggi la produzione mondiale è passata da un milione e mezzo a 245 milioni di
tonnellate annue, ponendo sfide soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti non
biodegradabili. Ne sono una testimonianza i giganteschi accumuli di rifiuti plastici venutesi a
creare negli Oceani, con un'estensione che arriva a milioni di chilometri quadrati, un'area più
estesa della superficie degli Stati Uniti.
Trattandosi di un derivato del petrolio il primo impatto avviene però tramite l'estrazione, il
trasporto e lo stoccaggio degli idrocarburi. Segue il processo della trasformazione in plastica con
la relativa produzione di emissioni nocive.
8) Cibo
Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, un terzo del cibo prodotto, va perduto o sprecato
(stime Fao). La gran parte degli sprechi alimentari, oltre il 40%, avvengono tra le mura
domestiche, il resto in fase di produzione o distribuzione.C'è dunque molto che possiamo fare per
limitare questo spreco.
9) Trasporti
I mezzi pubblici? Senz'altro meglio dell'auto privata. Per costi e rispetto dell'ambiente.pianeta. Prima di tutto gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2), ritenuta il principale gas
clima-alterante, ovvero responsabile dell'effetto serra (il riscaldamento del pianeta) e dei
cambiamenti climatici. L'albero, insomma, "mangia" la CO2 presente in atmosfera: a seconda del
contesto in cui è inserito, urbano o meno, si stima l'albero possa assorbire tra i 10 e i 50 kg di CO2
all'anno, da moltiplicare per gli anni del suo ciclo vitale.
10) Alberi
Piantare un albero è un gesto fondamentale per esprimere la volontà di prendersi cura del nostropianeta. Prima di tutto gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2), ritenuta il principale gas
clima-alterante, ovvero responsabile dell'effetto serra (il riscaldamento del pianeta) e dei
cambiamenti climatici. L'albero, insomma, "mangia" la CO2 presente in atmosfera: a seconda del
contesto in cui è inserito, urbano o meno, si stima l'albero possa assorbire tra i 10 e i 50 kg di CO2
all'anno, da moltiplicare per gli anni del suo ciclo vitale.



sabato 22 febbraio 2020

TEMA: H
L’idea di costruire strade con la plastica riciclata che, rispetto all’asfalto, non solo è a impatto zero ma regge anche meglio le alte e basse temperature ed ha una durata ed una resistenza di circa 3 volte superiore, è venuta per primi agli indiani. La colla polimerica ricavata da rifiuti di plastica triturati ricopre in India oltre 33 mila km di strade e il governo vuole realizzare oltre 83 mila km. A Roma sulla via Ardeatina è stato realizzato il primo tratto al mondo con un supermodificante in grafene e plastica riciclata https://www.repubblica.it/motori/sezioni/ambiente/2020/02/21/news/addio_buche_la_strada_e_di_plastica-249166242/

giovedì 20 febbraio 2020

CH4 da attività umane

TEMA: H
Un studio sulle carote di ghiaccio in Groenlandia ha ridimensionato il contributo naturale alle emissioni di metano in atmosfera, facendo salire dal 25 al 40 per cento quello delle attività umane:
Fino ad ora molto sottostimato. Sotto accusa le perdite che si verificano durante la estrazione e la distribuzione del gas, più importante della CO2 per l' EFFETTO SERRA.                           https://www.lescienze.it/news/2020/02/20/news/emissioni_metano_attivita_umane-4681935/ 

VARIAZIONE CLIMA - Testo divulgativo 4

TEMA: H

Questo Ciclo, che rappresenta il normale equilibrio del CARBONIO, è stato cambiato con lo sviluppo e la diffusione di milioni di motoria scoppio, auto, aerei, turbine industriali ecc...Insomma l’utilizzo massiccio di energia da fonti fossili, la ampia riduzione delle foreste e il veloce incremento del numero di abitanti della Terra.Pensate alle biciclette in Cina, trasformatele tutte in motorini e capirete le dimensioni.E’ quindi una enorme trasformazione in atto, accelerata negli ultimi due secoli.La via delle Centrali Atomiche, a suo tempo intrapresa, si è rivelata molto costosa, con rischi e con difficile gestione delle scorie radioattive finali, praticamente indistruttibili.

Sembra qualcosa di impossibile da modificare, ma davvero servirebbe?In fondo 2 o 3 gradi di temperatura in più o in meno, cosa cambieranno?

Di certo è una sfida colossale e complessa, di cui persino Papa Francesco ha parlato,raccomandando azioni concrete per il futuro.Pochi gradi infatti cambiano l’acqua da ghiaccio a liquido e, se lo immaginiamo su scala planetaria, il risultato inquieta: un po’ più caldo riduce l’innevamento, la grandezza di un ghiacciaio, l’estensione di una calotta polare.L’acqua liquida aumenta ma diventa salata, con più evaporazione da un mare che cresce lentamente di livello.Dalle foto satellitari, ormai si vede il cambiamento del colore stesso della Terra.Più è bianca (ghiaccio, neve) più la luce solare si riflette, più è scura (roccia) meno la luce si riflette e riscalda.In pratica è un enorme circolo vizioso che innescato è difficile interrompere, ma si può solo rallentare e contenere entro limiti accettabili: cioè valori sopportabili per la nostra vita, per le coltivazioni, per gli animali. In definitiva per uno sviluppo umano sostenibile per le generazioni future.

Ma c’è chi nega tutto

SI è vero, esiste una minoranza di Scienziati, chiamati Negazionisti, che sono molto scettici su queste considerazioni e prospettive.In 500 hanno firmato e presentato al ONU un famoso Documento, contrario a queste conclusioni. La lettera è stata analizzata e smentita da molte prove. Ad oggi il gruppo dei Negazionisti si è ridotto e, purtroppo, molti di questi sono risultati legati agli immensi interessi di grandi gruppi industriali che, guarda caso, estraggono petrolio e carbone.  (vedi post 17/12/2019)

Sembra però che si facciano solo parole...

In parte SI: ci sono grandi Meeting sul Clima che si susseguono con tante discussioni e accordi per ora modesti.Anche se un fortissimo piano di investimenti di riconversione energetica è stato deciso dal Parlamento Europeo proprio in questi giorni: lo “European Green Deal”Prevede, e fa riflettere, miliardi di investimenti.Di fatto alcuni Stati trainano verso un intervento, (buona parte dell’Europa e dei Paesi nordici), altri frenano per interessi di parte: utilizzano, producono ed esportano il carbone (Polonia, Australia) oppure petrolio e gas metano.Cartelli industriali potenti influenzano quindi ogni decisione: un esempio su tutti è il ritiro degli USA dagli accordi di Parigi del 2015, li stessi che erano stati sottoscritti dal precedente Presidente.Poi ci sono i Paesi in via di sviluppo, che naturalmente aspirano a modernizzarsi senza rinunciare a queste fonti.Quindi un quadro generale molto complesso e, secondo la stragrande maggioranza degli Studiosi indipendenti, non moltissimo tempo a disposizione.

martedì 18 febbraio 2020

VARIAZIONI CLIMA - Testo divulgativo 3

TEMA: H
L'EFFETTO SERRA
Ma da dove originano questi gas, e perché aumentano?
Questi gas originano dalla combustione, per esempio dal bruciare legno per produrre
calore, oppure benzina e gasolio per far andare una macchina, un camion, o infine
carbone per far girare la turbina di una centrale elettrica come quella di Savona e
migliaia di altre.
Oppure originano in modo naturale, per esempio dalla eruzione di un grande vulcano,
su un’isola lontana.
Sembra assurdo, restiamo al freddo senza spostarci?
Come si fa ad evitare un eruzione vulcanica?

Naturalmente NO, è impossibile agire su fenomeni naturali, ma solo sulle nostre attività,
con varie azioni graduali, che aumentino l’uso di sistemi più efficienti e usino altre fonti
energetiche: il vento, il sole stesso ecc...
Questo è stato lentamente accettato e avviato in molti Paesi, soprattutto in Europa.
In pratica si tratta di ridurre la nostra dipendenza di energia, intesa come calore o forza
motrice, da fonti come il petrolio e il carbone.
Ecco perché si stanno costruendo e sviluppando auto a trazione ibrida, oppure elettrica,
distese di pannelli solari fotovoltaici e infine Centrali elettriche sperimentali (Spagna) che
concentrano l’energia solare.
Cosa c’entrano petrolio e carbone?
Sono sostanze, liquide o solide, che hanno in comune l’origine vegetale.
Rappresentano cioè il risultato di migliaia e migliaia di anni di accumulo di alberi e legno
morti, depositati nel sottosuolo in tempi remoti: ecco perché si chiamano fonti di energia
di origine fossile. Una riserva enorme ma esauribile, cioè qualcosa che si consuma pur
lentamente, ma senza rinnovarsi
Usiamo carbone e petrolio perché contengono una grande quantità di energia.
Questa si libera quando li bruciamo, e alla fine si sprigiona vapor acqueo e anidride
carbonica, oltre a molte altre sostanze.
L’utilizzo di queste fonti è esploso con la Rivoluzione Industriale, circa 150 anni fa.
In condizioni di relativo equilibrio, considerando anche la normale attività media di tutti i
vulcani della Terra, su cui naturalmente non possiamo agire, l’anidride carbonica viene
riassorbita dalle piante e ritrasformata in foglie, legno ecc…
È un ciclo naturale che si può schematizzare così:

... ...

domenica 16 febbraio 2020

VARIAZIONI CLIMA - Testo divulgativo 2

TEMA: H
Sembra incredibile che un cielo così grande sopra di Noi possa scaldarsi…
Strano si, ma pensiamo alla terra come ad una cipolla, con tanti strati di atmosfera
diversa che la circondano sovrapponendosi.
Più si sale verso l’alto e più quest’aria diventa rarefatta, fino ad essere irrespirabile e
scomparire del tutto.
La parte dove viviamo è in realtà poco spessa, uno strato alto circa 10-12 Km, al
massimo il doppio dell’Everest. Questa è la parte che oggi tende a scaldarsi: la fascia
più bassa, cioè uno strato relativamente sottile rispetto a tutta l’atmosfera.


A cosa sarebbe dovuto questo aumento di temperatura?

L’aria che respiriamo, in cui siamo immersi, è costituita da una miscela di diversi gas,
principalmente azoto e ossigeno.
Poi ci sono altre sostanze, che sono importanti anche se presenti in quantità molto
piccole: soprattutto l’anidride carbonica (CO2) e altro.
La percentuale media di CO2 è aumentata da circa 280 parti per milione a circa 400, ed
è in costante crescita:


Ma possibile che variazioni così piccole, davvero minime, cambino tutto il clima?
Secondo la stragrande maggioranza degli Studiosi purtroppo SI.
L’aumento cambierebbe proprio la capacità della Terra di riflettere i raggi solari, perché
aumenterebbe il vapor acqueo e le nubi sottili stratificate ad alta quota.
Una specie di leggera cappa, comprensibile con un esempio:
“Una serra è qualcosa con un tetto che lascia passare i raggi del Sole, e allo stesso
tempo non li lascia riflettere del tutto, così l’aria interna si scalda e si può coltivare”
Se l’anidride carbonica e altre sostanze come il metano, aumentano piano piano di
concentrazione, anche se pochissimo, fanno sì che i raggi del Sole siano meno riflessi.
I piatti della bilancia pendono quindi a favore del calore che arriva, e col tempo, nella
fascia d’aria dove viviamo, si genera un leggero ma costante riscaldamento.
Quanto avviene è proprio chiamato “EFFETTO SERRA”:

... ...

VARIAZIONI CLIMA - Testo divulgativo 1

TEMA: H
IL CLIMA CAMBIA DAVVERO?

Da parecchi anni molti Scienziati di tutte le nazionalità segnalano ai Governi e
agli Organismi Sovranazionali una crescita lenta e costante della temperatura media.
La Terra sembra scaldarsi, un po’ come se avesse la febbre.
Le segnalazioni derivano da tantissimi studi fatti in diverse Nazioni del Mondo, e
riguardano l’evoluzione del Clima nel suo complesso, cioè la Climatologia.
Non stiamo parlando della previsione del tempo che farà domani o nei prossimi 15 giorni,
cioè di Meteorologia, ma di un insieme di valutazioni complesse, che ormai utilizzano i
satelliti con misurazioni in cielo e in mare.

T media della Terra




Qualcosa di davvero importante, che ci riguarda tutti, ma che resta difficile da capire.
Proviamoci insieme, con un po’ domande e risposte.
Da cosa dipende la temperatura media del pianeta su cui viviamo?
Immaginiamo una bilancia, su un piatto mettiamo i raggi del Sole che ci scaldano,
quindi il calore che arriva, sul altro mettiamo quanto ne viene riflesso e si disperde.
Questo equilibrio è cambiato molte volte nella storia della Terra, con raffreddamenti
importanti come le Glaciazioni, oppure periodi molto caldi e aridi.
Ere lontane milioni di anni, dove gli Esseri Umani non riuscivano nemmeno a vivere.
Da circa 200 anni ad oggi, misurazioni precise indicano un aumento costante della
temperatura: cioè da poco tempo è ricominciata un epoca che va verso un significativo
riscaldamento. Tutti sentiamo che fa mediamente più caldo di una volta, e questo
sembra in qualche modo legato al nostro stesso sviluppo e stile di vita.

Ma se questi eventi sono ricorrenti nella Storia, un tempo di misurazione breve
ha senso? Non è inutile allarmismo?

Il dubbio è legittimo ma la risposta purtroppo è: SI ha senso.
Mantenendo l’obiettività, senza allarmismi, vediamo cosa sta succedendo.
Da un lato è vero che non disponiamo di misure precedenti, ma solo di studi e dati
indiretti (vecchi ghiacciai, fossili), però i numeri di cui disponiamo adesso sono precisi,
e ci dicono che l’aumento di temperatura coincide con l’inizio della nostra epoca
industriale, con lo sviluppo delle fabbriche, di milioni di auto, moto ecc...
Cioè da circa due secoli la temperatura media cresce, ed è come se l’attività dell’Uomo
la spingesse verso l’alto.
Anche se già avvenuto in lontane epoche passate, sembra che oggi questa progressione
sia accelerata, e trasformi velocemente l’habitat in cui viviamo.
Se anche noi ci accorgiamo di questi cambiamenti, toccandoli con mano, allora non
sembrano più inutili allarmismi, ma considerazioni realistiche.
Pare che quello che tanti Studiosi indipendenti avevano previsto molti anni fa, stia
succedendo davvero, e in tempi sempre più veloci.

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