venerdì 15 novembre 2019

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DISPONIBILE SUBITO SU TIGULLIANALIBRI

http://www.tigullianalibri.it/broken-star/

1 commento:

  1. Per chi è abituato, quando legge un libro, a definirlo dentro un genere, “Broken Star” rappresenta una bella sfida. Non appartiene a nessuno di quelli codificati. Non è propriamente un romanzo, anche se agiscono personaggi di fantasia. Non è un saggio, non è fiction.. E’un lungo racconto che, come i precedenti di SteGat, sfugge alle regole. Presenta, come direbbero gli studiosi di letteratura italiana contemporanea, una commistione, una ibridazione di generi. C’è la traccia narrativa inserita in un preciso quadro storico, ma ci sono foto con didascalie esplicative, comunicati ANSA, interviste (al pilota dell’Enola Gay), discorsi pubblici(Roosevelt), fatti storici, fatti di cronaca, dati statistici…Come può esserci tutto questo in 80 pagine?Ovviamente grazie all’abilità di sintesi dell’autore, che riesce inoltre a utilizzare con disinvoltura vari linguaggi.
    Si parte dagli anni ’30 per finire ai giorni nostri. Ma il fulcro sono gli anni della II^g.m., in particolare per quel che concerne il Giappone. Ma non solo. Perché la vicenda poi si sposta in Thailandia, con riferimenti anche alla Germania e agli USA. Dalla vita di un giovane naturalista giapponese , si trae spunto per entrare nell’orrore della guerra. Voleva dedicarsi allo studio delle stelle marine, ma il destino decide altrimenti , la stella sarà quella riprodotta nel fianco del suo aereo. Stella che per i giapponesi è simbolo della vita che si rinnova, che non si arrende.
    La denuncia dell’orrore della guerra credo sia il tema principale del libro, il cinismo con cui i politici mandano al macello milioni di persone, militari e civili, anche sganciando senza remore morali, bombe dagli effetti devastanti…Una denuncia ben supportata dalle famose parole di Einstein riportate nel libro.
    Ovviamente ho letto la parte top secret (chi non l’ha fatto?). E ne deriva una domanda: è controstoria o fantastoria? I “pezzi” cui si allude sono inquietanti e suscitano interrogativi.
    Come nei racconti precedenti, non mancano buoni titoli di film e di libri. E riferimenti agli scacchi, evidentemente grande passione di Ste.
    Un’ultima osservazione: molto divertente e ironica la “biografia” dell’autore nella fascetta di copertina. E’ sempre bene non prendersi troppo sul serio. Anche quando si produce un lavoro serio.

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